La frase tradotta suona così: “a sinistra della Silia si trova la città di Zagarise, in un luogo piuttosto elevato, nei pressi dei boschi della Sila; il suo nome significa cosa utile.Il gonfalone del comune riporta lo stemma della nobile casata dei Perrone di Sellia
LA TORRE NORMANNA. Di origini databili intorno al XIII e XIV secolo, la massiccia torre cilindrica rappresenta la logica conseguenza di quelle famose fortificazioni che i Normanni, popolo invasore venuto dalla Normandia, con a capo Roberto il Guiscardo, costruirono su tutto il territorio Calabrese. La torre, molto probabilmente, dovette rappresentare una vedetta, un posto avanzato di qualche ben più importante castello. Infatti niente testimonia l’esistenza di altre costruzioni simili intorno ad essa; si pensa, quindi, che dovette essere stata sempre cosi come oggi la vediamo, più ricca di ornamenti si intende, con i bei merli che fino a non molto tempo fa ne ornavano la sommità.
Nato come semplice villaggio nella giurisdizione del limitrofo centro di Barbaro (oggi distrutto), il paese fu ampliato con l’arrivo di un consistente gruppo di profughi proveniente da Barbaro dove, ormai da qualche tempo, si era propagata la peste. Notizie storiche. “In distanza poi di miglia sei dentro una gran valle, ma su un alto colle, miglia diece discosto dal mare, vedesi Zagarise“.
Con questa stupenda descrizione, il nobilissimo Padre predicatore Giovanni Fiore da Cropani scrittore del primo ‘600, inizia a parlare di Zagarise nella sua famosa opera varia istorica: Della Calabria illustrata. Nella descrizione viene confutata soprattutto la tesi dello storico Grano, il quale datava la fondazione del primo nucleo di Zagarise verso la fine del secolo XIV da gente fuggita da Barbaro, borgo non lontano, dove in quel tempo infuriava una epidemia di peste. Di Barbaro, villaggio scomparso di origini antichissime, ne parleremo in quanto entra a far parte direttamente della nostra storia. Va subito detto che Barbaro non era l’antica Zagarise, secondo quanto si racconta in una vecchia storia popolare che, come si può capire, riprende le tesi del Francesco Grano, ma costituiva villaggio non ancora rovinato quando Zagarise esisteva già. In seguito alla terribile peste del 1413 che infuriò per 10 mesi ininterrottamente, la popolazione di quel luogo, indifesa verso il terribile male, si vide costretta ad abbandonare ogni cosa e portarsi verso luoghi più salubri; fu così che, come asserisce lo scrittore di Cropani, la gente fuggita da Barbaro andò ad ingrandire e non a formare la popolazione delle altre due terre vicine: Zagarise e Cropani, che in quel tempo, appunto, esistevano già.
Dell’antico borgo, Padre Giovanni Fiore scrisse: “Poche memorie si ritrovano di quella abitazione ne’ scrittori delle cose di Calabria, né saprei perché, essendo stata ella per origine antichissima, e per rovina non molto moderna. In uno scritto a penna, si legge che un tale per nome Silone Barba, ritornando insieme con gli altri greci da Troia, già rovinata, approdato con la sua gente nel golfo di Squillace alla foce del fiume, detto volgarmente Uria e fastidito d’oltre più navigare allargatosi per dentro terra alla montagna, in un luogo molto salubre d’aria e di comodità all’umano vivere, gittò le prima fondamenta ad una grossaterra, che dal suo cognome disse Barbato, e quindi poi col tempo Barbaro“. Di Barbaro oggi non rimangono che pochi resti, qualche cumulo di pietre, qualche rudere di semplice abitazione; osservando il luogo è facile notare come quell’antico popolo ebbe grande accortezza nel sceglierlo come dimora; esso infatti, posto a valle di Sersale e a Sud Est di Zagarise, gode di una invidiabile posizione di difesa, sia per le alture che lo proteggono alle spalle, sia per le profonde, stupende vallate che scendono verso il mare. Ritornando a Zagarise, della quale possiamo datare la fondazione intorno all’anno 1000, non è possibile in questo contesto parlare delle vicende che si succedettero e la interessarono e dei signori che l’ebbero in proprietà; diremo soltanto che molte furono le dominazioni, invasioni ed angherie che la popolazione di quel luogo dovette sopportare ad iniziare dal secolo XII.
Pagina aggiornata il 11/11/2023